Interviste, Luigi Farinaccio

Inizia il tour dell’artista Luigi Farinaccio con una band totalmente molisana

Luigi Farinaccio è nato il 27 settembre 1976 a Braine Le Comte (Belgio). Nel 1995 ha conseguito il diploma di geometra presso l’ITG di Campobasso. Nel 1999 si è diplomato in chitarra classica con il massimo dei voti, sotto la guida del Prof. R. Di Sandro al Conservatorio “N. Sala” di Benevento. Tra il 1996 e il 1999 ha collaborato in diverse formazioni come cantante, chitarrista e armonicista, partecipando all’apertura del concerto dei Negrita al Festival “Molise Rock 99”. Nel periodo tra il 2000 e il 2004 ha vissuto a Milano dove si è dedicato all’insegnamento presso scuole medie ad indirizzo musicale. Nel 2005 è rientrato in Molise, dove ha concluso il corso abilitante all’insegnamento presso il Conservatorio “L. Perosi” di Campobasso. Tuttora prosegue l’attività didattica. Luigi Farinaccio non ha ancoraun canale ufficiale VEVO, scopri come attivare il tuo canale VEVO e monetizzare i videoclip!

Quando hai deciso di dedicarti alla musica e perché?
Posso confidarvi con molto piacere che quando ero bambino, restavo sempre incantato dalle orchestre e dai cantanti che venivano a suonare nella piazza nel mio paese (Gildone), in provincia di Campobasso, durante le feste patronali estive; quelle emozioni, sicuramente hanno fatto nascere dentro di me la curiosità di voler captare la bellezza delle note, poi nel corso degli anni ho sentito sempre più l’esigenza di cimentarmi nel creare qualcosa che fosse musicalmente mio.
I ricordi dell’adolescenza sono i più importanti quelli che in qualche maniera portiamo per sempre con noi, sono il nostro marchio di fabbrica, ci formano, hanno il potere di interagire con la nostra essenza, a volte lo fanno in silenzio senza che nemmeno ce ne accorgiamo, altre volte restano in letargo per mesi, anni, per poi esplodere all’improvviso come un vulcano! Certe volte un’emozione, un ricordo, magari esaltato da un profumo particolare, salta fuori anche quando si scrive una canzone. Solo attraverso la musica ho capito che posso ricercare la mia vera identità. Sono convinto che si recita solo nella vita poiché nell’arte si persegue la verità! Luigi Farinaccioy potrebbe suonare sui grandi palchi internazionali effettuando una promozione radiofonica all’estero!

Quali sono stati i tuoi primi passi nel mondo della musica? Raccontaceli.
Da ragazzino ascoltavo la radio e mi cibavo della musica dei cantautori italiani. Poi a 14 anni mi sono iscritto al Conservatorio di Benevento, dove ho studiato e mi sono diplomato in chitarra classica. Questo mi ha permesso di iniziare a lavorare subito nel mondo della scuola. Ho insegnato quattro anni a Milano, poi mi sono spostato sei mesi in Inghilterra e altri sei a Bologna per approfondire i miei studi. Grazie a queste esperienze, quando sono tornato in Molise, accanto all’insegnamento ho continuato a coltivare la mia passione per la musica pop e canzone d’autore. Ho inciso delle demo e nell’autunno del 2013 è uscito il mio primo album ufficiale “Tempo imperfetto”. Posso dire con soddisfazione che dopo circa 3 anni e mezzo dalla sua uscita, l’album ha registrato ottimi consensi, infatti tra un po’ tornerà in ristampa! Attraverso le 11 tracce del cd, ho cercato di esprimere un pò del mio mondo, della mia storia, le mie piccole verità, prendendo spunto da frammenti di vita quotidiana che poi pian piano hanno dato forma ai brani, i testi non parlano solo d’amore, ma affrontano anche tematiche legate all’attualità e al disagio sociale come ad esempio “Così va la vita” che parla dell’esodo di popolazioni che giornalmente approdano con i loro barconi (quando va bene) sulle coste Siciliane in cerca di un futuro migliore; “Lacrime che non hanno colore” dedicata al giovane tifoso tragicamente scomparso Gabriele Sandri; ci sono alcuni brani ispirati al modo degli scrittori come “Good night John” dedicata a John Fante; “Al sordo respiro del sonno” rielaborata da una poesia del poeta molisano Dominick Ferrante; “Gocce d’emozione” dedicata a Massimo Troisi. L’album “Tempo imperfetto” è disponibile nei negozi specializzati, oppure è possibile ordinarlo direttamente dal mio sito in cui troverete tutti gli aggiornamenti: http://luigifarinaccio.com inoltre è distribuito su tutti i digital store e si può ascoltare anche su Spotify: https://play.spotify.com/album/4xx89TMH5WIHwxHBe9oxRc

Qual è il tuo genere musicale?
Io faccio un genere musicale che abbraccia il pop- rock cantautorale.
Sono convinto che il titolo di un album (specialmente in un progetto cantautorale) debba cercare in qualche modo di riassumere anche concetti di più ampio respiro e non necessariamente catalogabili in un’unica interpretazione. Voglio dire che “Tempo imperfetto” è anche l’emblema del periodo storico – culturale e sociale che stiamo vivendo!


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Qual’è il tuo genere musicale?
Io faccio un genere musicale che abbraccia il pop- rock cantautorale.
Sono convinto che il titolo di un album (specialmente in un progetto cantautorale) debba cercare in qualche modo di riassumere anche concetti di più ampio respiro e non necessariamente catalogabili in un’unica interpretazione. Voglio dire che “Tempo imperfetto” è anche l’emblema del periodo storico – culturale e sociale che stiamo vivendo …!


Quali artisti hanno influenzato la tua scelta musicale?
Io amo molto i cantautori italiani, come De Andrè, Fossati, Bennato, De Gregori, Gaber, Dalla, Guccini, Venditti, Battisti, Cocciante, Gaetano, Vasco, soprattutto per i testi e per la loro coerenza, tra gli stranieri ascolto Springsteen, Ben Harper, Bob Dylan, Neil Young, Leonard Cohen, Rolling Stones, Beatles, James Taylor, Damien Rice, Nick Drake, Eric Clapton, U2, Radiohead, Pink Floyd, Police, John Mayer, Joe Cocker, Rod Stewart, Tom Waits, Aerosmith, Led Zeppelin, Buddy Guy, quando vengono in Italia vado volentieri a vederli dal vivo.
Quando sei di fronte a questi mostri sacri, ti accorgi che c’è qualcosa in più del saper incastrare sapientemente testo e musica, qui e in pochi altri casi possiamo parlare di “poesie che corteggiano la musica!”

Hai pensato di mettere insieme una band per i live?
La mia attuale band è costituita da musicisti molisani: Giovanni Spina alla batteria e programmazioni, Marco Spina al basso e Walter Zeolla alla chitarra. Sono ragazzi sui quali punto molto e li sto coinvolgendo anche sulle registrazione del prossimo album.

Che cosa nei pensi dei Talent Show?
Il talent oggi rappresenta un’opportunità nuova, ma resta pur sempre un format televisivo limitato nel tempo. Più che a scoprire degli artisti, il talent punta a costruire dei personaggi; personaggi che dopo 5 – 6 mesi causa forza maggiore, verranno soppiantati da quelli che arriveranno nella prossima stagione, in una sorta di ‘tritatutto’ musical popolare. La musica è intrecciata con la televisione a tal punto da diventarne un surrogato! Il problema è che il talent rischia di diffondere nei giovani degli stereotipi negativi. A questo si aggiunge il fatto che ormai l’industria discografica, in profonda crisi, tende a puntare quasi esclusivamente su fenomeni del genere, in quanto sono già sponsorizzati dallo stesso format e quindi meno impegnativi economicamente. In merito a ciò Red Ronnie recentemente ci ha regalato una profonda riflessione che ha suscitato un grosso clamore sul web, dichiarando che “Il monopolio dei talent è disumano, i ragazzi che escono fuori da questi programmi sono drogati dal falso successo, prima si ritrovano a duettare con star della musica e poi a suonare e cantare nei centri commerciali, sono come delle cenerentole che salgono su una carrozza e allo scoccare della mezzanotte si ritrovano solamente con una zucca”.
Io credo che in questo contesto musicale, molti cantautori degli anni 70, oggi giorno non avrebbero avuto nessuna possibilità di emergere! Comunque aldilà di tutto, il fascino di acquistare una chitarra o un qualsiasi altro strumento musicale e suonare la propria musica, è un emozione impareggiabile che non potrà mai scomparire!

Cos’è la musica per te?
Per me la musica è un’ esigenza espressiva imprescindibile, una sorta di magia di cui ti nutri, una magia che respiri e vivi ogni giorno al di là delle mode e della crisi. Solo attraverso la musica ho capito che posso ricercare la mia vera identità! Ognuno a suo modo cerca una ragione per vivere, per “allacciarsi le scarpe” ogni mattina, e fare un passo in più, oltre l’uscio di casa e del proprio cuore …
La musica è il più potente antistaminico per combattere le storture del mondo!
Ho deciso di indossare la musica perché mi fa stare bene, non avrei potuto indossare niente di meglio, è come una missione, si è schiavi della propria passione, ma nel contempo questa passione ti restituisce tanto… mi ha aiutato a superare tante difficoltà, mi ha permesso di fare numerosi viaggi, incontrare persone meravigliose che diversamente non avrei mai incontrato, la musica è sempre stata un punto fermo, quando la musica viene a trovarti, non ti lascia più perché è essa stessa vita ed è un dono di Dio.
Le mie canzoni hanno parcheggiato a lungo nei cassetti della mia scrivania, ma hanno riempito anche i cassetti della mia anima nel senso che sono riuscite a tenermi vivo. Non si vive di solo pane! Le canzoni, nascono sempre da un impulso primordiale, sono dei contenitori di emozioni, mi hanno sempre infuso il coraggio per non smettere mai di credere nei miei sogni!

Descrivi il tuo singolo in 3 parole.
“Briciole d’amore” è una canzone per tutti quei cuori solitari e vagabondi! Questo è il link: https://youtu.be/nMtJ09WPV24

Quando prevedi di uscire con un nuovo singolo o un nuovo album?
Sto già lavorando al prossimo album che dovrebbe uscire l’anno prossimo e questo mi sta riempiendo ogni giorno di nuove parole da dire, nuovi spunti per far riflettere! Con la Cartolina Digitale Monitorata puoi inviare il tuo singolo a tutte le frequenze radiofoniche italiane e straniere!

Abbandoneresti l’Italia per vivere un’esperienza musicale all’estero?
Credo che quello che faccio rappresenta ciò che sono, lo porto avanti con passione e con amore. Io sono nato in Belgio, ho vissuto lì sino all’età di cinque anni, poi i miei genitori hanno deciso di rientrare in Italia. Se fossi rimasto in Belgio, senza dubbio, avrei fatto la stessa cosa e sicuramente avrei avuto più opportunità per proporre la mia musica! In Belgio, Olanda, Germania, Francia, Svizzera e paesi dell’Est Europa gli artisti Italiani sono ben voluti, vendono i loro cd e fanno molti concerti. Sono stato ospite in diversi programmi radiofonici del Belgio, tra cui “Brussellando” in diretta su “Radio Alma Bruxelles” e mi sono reso conto che gli speakers/deejay sono entusiasti di trasmettere musica italiana, anche quella degli emergenti, cosa che da noi puoi tranquillamente sognare! Qui i grossi network che hanno realmente in mano il potere di far arrivare una canzone al grande pubblico, non si divertono più a scoprire nuovi talenti, si sono trasformati praticamente in aziende che passano solo gli artisti con cui hanno già firmato in esclusiva contratti di edizione e di produzione e quindi promuovono solo gli artisti del proprio roaster da cui possono avere riscontri economici immediati, il risultato è sotto gli occhi e nelle “orecchie” di tutti: un bombardamento continuo dei soliti venti brani! Purtroppo se una canzone non va in radio la gente non la sente e quindi non può sapere che tu esisti! La diffusione della cultura musicale ormai è affidata solo alle piccole radio e web tv indipendenti!
Comunque in autunno dovrei tornare in Belgio per un mini tour in acustico!

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